Il Paese Ritrovato è il nome del primo villaggio in Italia, precisamente a Monza, dedicato alla cura di persone con forme di demenza e sindrome di Alzheimer. Qui i malati di Alzheimer possono pian piano ritrovare quella #serenità che la malattia gli ha portato via.
Come in una vera e propria cittadina è possibile passeggiare per le vie del Paese, soffermarsi in piazza per una chiacchierata, al tavolino di un bar, riposare nei giardinetti o fare acquisti nei negozi, andare al teatro, in chiesa, dal parrucchiere, per poi concludere la giornata in una casa normale.
Tutto l’intervento cognitivo si basa sia su attività strutturate che informali, ma soprattutto su stimolazioni ambientali nell’arco delle 24 ore.
Perfino le attività ludiche rappresentano una delle modalità per fare fisioterapia: il fisioterapista, osserva l’anziano mentre gioca e consiglia il gioco che potrebbe essere più idoneo al miglioramento posturale e di deambulazione.
Nelle ore diurne, oltre al fisioterapista, al villaggio sono presenti figure come il direttore, lo psicologo, e l’animatore.
Il piccolo borgo, di circa 15000 metri, è stato progettato ispirandosi al centro Alzheimer olandese De Hogeweyk secondo il concetto di piazza rovesciata: al centro ci sono i negozi e intorno due palazzine "Monza" e "Brianza" collegate attraverso un corridoio.
Il primo residente è entrato nel Paese Ritrovato il 25 giugno del 2018 ed ora ce ne sono 48, per un totale di 64 posti disponibili.
L’inserimento ne “Il Paese Ritrovato” avviene quando la malattia è in fase lieve o moderata, tale da impedire ai malati di restare a casa, ma non da inserirli nei servizi Alzheimer.
È l’apertura di una nuova via di cura per le persone affette da demenza che coniuga #relazioni, spazi sicuri e confortevoli e attività adeguate al proprio stato di salute. Ai residenti del Paese Ritrovato vengono restituite in un certo senso quella #libertà e #autonomia di azione che la malattia sottrae all’individuo, giorno dopo giorno.
La sfida è quella di coniugare sicurezza e libertà che ad oggi è stata risolta grazie a un monitoraggio a distanza: attraverso uno smartphone in rete con dei braccialetti indossati dai residenti che consentono di localizzarli e controllare che non escano dal paese.
Per facilitare e rendere confortevole la vita all’interno del paese, anche gli ambienti sono stati studiati nel dettaglio per essere armoniosi e funzionali e i colori sono stati scelti in maniera diversificata a seconda degli spazi, al fine di aiutare l’orientamento dell’anziano.
I benefici reali per la salute dell’anziano che vive nel Paese Ritrovato derivano dagli studi condotti su un gruppo di 32 residenti che dopo i primi sei mesi di degenza hanno evidenziato una diminuzione dei disturbi comportamentali, come la reazione aggressiva o l’apatia ed un aumento del movimento spontaneo. L’obiettivo delle prossime ricerche sarà dimostrare se il Paese Ritrovato è in grado di rallentare il decadimento cognitivo, esito inesorabile della malattia di Alzheimer e poi, perché no, costruire altri Paesi Ritrovati in altre città d’Italia».
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