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Non è vero che solo gli anziani si sentono soli: siamo il secondo paese più triste d’Europa

Aggiornamento: 28 dic 2022

L’ideale secondo cui un giovane dedica anima e corpo alla propria carriera si sta sgretolando.

Se prima si viveva per il lavoro, con l’ambizione di scalare la piramide aziendale e raggiungere posizioni sempre più elevate, oggi non è più così.

Almeno tra i più giovani. Almeno nel resto d’Europa.

In Italia la situazione è un po’ diversa. Per il 44% della popolazione, è il lavoro a dare ancora senso alla vita e questo porta a una profonda insoddisfazione.

Secondo il report “State of the Global Workplace 2022” realizzato da Gallup, società di analisi e consulenza, siamo secondi in Europa per tristezza percepita. Il 27% degli italiani intervistati ha affermato di percepire molta tristezza durante le proprie giornate. Lo studio ha indagato lo stato dei lavoratori a livello mondiale, soprattutto rispetto a stress, rabbia, tristezza e al coinvolgimento dei dipendenti rispetto alle proprie mansioni.

Anche per quanto riguarda rabbia e stress rientriamo nella top ten e solo il 4% dei lavoratori ha dichiarato di provare un sentimento di coinvolgimento sul lavoro.

Quest’ultimo, non deve essere preso come un dato allarmante ma semplicemente come un segnale che il mondo sta cambiando e per questo motivo andrebbero ripensate anche le strutture aziendali e riprogrammati gli schemi mentali. Non può più essere la carriera a definirci. Noi non siamo il nostro lavoro. Noi siamo i nostri hobby, le nostre passioni… In Italia ci identifichiamo ancora troppo in questo modello dedicando anima e corpo e dimenticandoci del mondo che c’è fuori dall’ufficio. Dobbiamo trovare altro che dia senso alla nostra vita fuori dal lavoro per contrastare la sensazione di tristezza che ci pervade.

Per esempio trovare attività alternative, che ci diano gioia. Una di queste potrebbe essere scoprire nuovi luoghi, desiderio di cui molti si privano per perseguire una carriera di successo; fare visita ai propri cari, vivere delle esperienze con le persone che amiamo, dedicare del tempo a sé stessi ma anche fare volontariato. Un modo per staccare la spina per alcuni può essere trascorrere quelle due ore al giorno con un/a Nonno/a UAF. Basta davvero poco per ritrovare la gioia e la forza vitale, l’affetto e la consapevolezza di star facendo del bene a qualcun altro sono due forze molto potenti.




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